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Come proteggere un cantiere di un’opera di ingegneria in legno durante le situazioni transitorie?
Come proteggere un cantiere di un’opera di ingegneria in legno durante le situazioni transitorie?

Risposta a cura di Marco Luchetti, Filiera Legno
Pubblicato il 12/05/2025
In un cantiere di un edificio in legno è molto importante pensare ad una protezione adeguata delle strutture durante il montaggio, sia quotidianamente da eventi atmosferici improvvisi e inaspettati come temporali, sia nel caso in cui il cantiere debba subire dei fermi prolungati dovuti ad esempio ad eventi metereologici (periodi di pioggia persistente) o di altra natura (ad esempio fermi amministrativi o per cause di altra natura).
Nel primo caso occorre porre attenzione alla protezione della testa di pareti o pilastri in legno, trattandosi di zone in cui l’assorbimento dell’acqua è maggiore. Una soluzione pratica da utilizzare è quella di prevedere una protezione con guaine traspiranti adeguatamente assicurate agli elementi strutturali stessi in modo da impedire in tutti i modi il possibile passaggio d’acqua. Tali guaine possono essere facilmente posizionate e rimosse quotidianamente. La stessa soluzione va utilizzata anche per i solai, avendo cura però di togliere i teli per consentire l’asciugatura nelle giornate di sole.
In caso di periodi di fermo prolungato del cantiere occorre prevedere soluzioni leggermente più laboriose da mettere in opera, ma tutto sommato semplici, economiche ed efficaci. Ad es. una soluzione ipotizzabile è di andare lungo il perimetro esterno dell’edificio coperto con teli traspiranti di protezione all’acqua istallati direttamente sui relativi ponteggi. Può essere necessario proteggere anche le aperture realizzate per porte e finestre, qualora gli infissi non siano stati ancora installati, mediante soluzioni provvisorie ma efficaci che impediscano l’ingresso dell’acqua all’interno della costruzione.
Le nuove norme tecniche per le costruzioni riportano un paragrafo dedicato alle situazioni transitorie. A tal proposito indicano quanto di seguito:
“per situazioni costruttive transitorie, come quelle che si hanno durante le fasi della costruzione, dovranno adottarsi tecnologie costruttive e programmi di lavoro che non possono provocare danni permanenti alla struttura o agli elementi strutturali e che comunque non possano riverberarsi sulla sicurezza dell’opera (…). L’assegnazione delle azioni di progetto ad una delle classi di durata del carico e delle classi di servizio dovrà essere congruente con la effettiva durata della situazione transitoria in esame”.
Tali ambiti risultano essere importanti, sia per la positiva conclusione dei lavori, che per quanto riguarda la sicurezza dei lavoratori in cantiere. Basta infatti pensare che un incremento della luce del 20% (a causa, ad esempio, della posa di montanti alle estremità in assenza di un pilastrino intermedio) comporta un incremento del 43% delle tensioni di trazione e compressione sul materiale ed una deformabilità massima doppia. Per questo motivo ogni variazione della luce, a parità di sezione e carico, deve essere valutata attentamente, poiché comporta incrementi non trascurabili in termini sollecitazioni e deformabilità.
Inoltre, per elementi snelli (base molto minore dell’altezza) su luci di calcolo elevate, si deve prestare particolare attenzione al fenomeno di instabilità flesso-torsionale, che può verificarsi anche in presenza dei soli carichi permanenti. Per questo motivo deve sempre essere stabilizzato il lembo superiore compresso mediante l'inserimento di elementi di controvento.
Durante il montaggio, qualora in sede di progetto sia previsto il controvento, è necessario che le travi rimangano puntellate con uno o più supporti intermedi fino alla completa realizzazione del controvento.